Cambio gomme invernali e obblighi: cosa c'è da sapere


Dal 15 novembre 2024 è obbligatorio montare pneumatici invernali sulle proprie auto, oppure avere nel bagagliaio le catene da neve. Per non incorrere in sanzioni è fondamentale rispettare le norme del Codice della Strada e quindi effettuare il cambio gomme, facendo montare quelle per il freddo.

CAMBIO GOMME INVERNALI 2024, COME FUNZIONA?

La legge prevede l’obbligo di gomme invernali (o in alternativa le quattro stagioni) a partire dal 15 Novembre 2024 e fino al 15 Aprile 2025, con un mese di deroga sia all’inizio che alla fine della “finestra invernale”. Di conseguenza, dal 15 ottobre ed entro e non oltre il 15 novembre 2024, bisognerà montare le gomme invernali.

CAMBIO GOMME INVERNALI 2024, QUALI SONO LE POSSIBILI SANZIONI?

Le multe possono variare da un minimo di 422€ e possono arrivare a toccare la quota massima di 1.682€, con anche il ritiro del libretto di circolazione.

CAMBIO INVERNALI 2024, VALE PER TUTTI?

Sono obbligatori gli pneumatici M+S, ovvero Mud and Snow (fango e neve) per poter circolare su strada senza incorrere in sanzioni, oppure è necessario avere a disposizione nel bagagliaio le catene da neve da utilizzare in caso di necessità.

MA PERCHÉ SERVE IL CAMBIO GOMME INVERNALI 2024?

Le motivazioni principali sono legate al risparmio di carburante (lo pneumatico non è “stressato” durante la guida) e alle prestazioni, visto che durante la crociera non si surriscaldano eccessivamente, garantendo così un mantenimento di performance elevate.

QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA GOMME INVERNALI ED ESTIVE?

Intanto i tasselli, più spessi in quelle estive perché le invernali montano tasselli sottili per avere una maggiore presa sulla neve. E poi le scanalature, molto diverse su quelle estive (3 longitudinali), più adatte sul bagnato per garantire maggiore aderenza e meno rischi di aquaplaning.

Auto aziendali e fisco, dal 2025 elettriche e plug in le più convenienti

Novità in arrivo con la manovra 2025 del Governo per quanto riguarda le flotte aziendali: il taglio di 3,5 miliardi di sussidi ambientalmente dannosi (Sad), da realizzare entro il 2030 come previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e ribadito dal governo nel Piano strutturale di bilancio (Psb), sta per trovare una prima attuazione pratica con l’articolo 7 del disegno di legge di bilancio, che riguarda le auto aziendali assegnate dal gennaio prossimo. Cosa cambia? Nel mirino finiscono le auto aziendali concesse in uso promiscuo al dipendente e con un aumento della tassazione Irpef e contributiva in busta paga al lavoratore e per l’azienda se la vettura è diesel o a benzina e di contro favorendo invece la scelta di una vettura elettrica e plug in.

Già oggi il fisco penalizza le vetture aziendali in funzione della loro emissione di Co2 fissando al 30% la quota del valore calcolato sulla base della percorrenza chilometrica dell’auto (convenzionalmente fissata il 15mila euro) e il valore di esercizio del veicolo determinato dalle tabelle Aci, che concorre alla formazione del reddito imponibile per le vetture con un’emissione nociva tra 60 e 160. Oltre questa soglia e fino a 190 la percentuale sale al 50% mentre per i bolidi super inquinanti la percentuale sale al 60 per cento.

Una disciplina, questa, applicata a circa il 90% delle auto aziendali circolanti e che al contrario premia chi sceglie per l’elettrico e il plug in dove la percentuale da applicare si attesta al 25 per cento. A chiudere il cerchio esistono poi due soglie di esenzione da 1.000 e 2.000 euro che consentono di fatto di neutralizzare in busta paga il peso del fringe benefit riconosciuto dal datore di lavoro.

Ora però la manovra rivede le regole per il calcolo del benefit da applicare ai contratti stipulati dal 1° gennaio 2025, data di entrata in vigore della nuova legge di bilancio. Per tutte le vetture alimentate a diesel o benzina, comprese anche i bolidi con un’emissione superiore ai 190 Co2 la percentuale per determinare la partecipazione al reddito imponibile del dipendente sale al 50 per cento. Ad esempio per un a vettura che oggi ha un fringe benefit di 2.416,5 euro si salirebbe a oltre 4.000 con un aumento del 66% pari a oltre 1.600 euro.

Al contrario, per spingere le vetture green il Governo riduce la percentuale per calcolare il valore del mezzo tanto che una vettura con un costo Aci simile, ma Full Electric con un’aliquota del 10%, passerebbe da un costo annuo di 1954,5 a 781,8, euro, beneficiando così di un doppio vantaggio: un abbattimento di 1.172 euro e con la possibilità di rientrare nella soglia di esenzione dei 1.000 di fringe benefit. Per una plug in il vantaggio è molto simile perché la nuova legge di bilancio fissa la percentuale di determinazione del benefit nel 20 per cento.

Qui l'articolo del Sole24Ore sulle auto aziendali

NLT: nei primi sei mesi del 2024 in crescita del 5%

I servizi di noleggio a lungo termine di veicoli sono sempre più diffusi sulle strade italiane. Nei primi sei mesi del 2024 la flotta di questi mezzi ha raggiunto quasi 1 milione e 300mila unità (+5% rispetto a dicembre dello scorso anno). In crescita, in particolare il segmento delle aziende (circa 1 milione) e dei privati senza partita IVA, sempre più vicini a quota 100mila.

Sono questi i principali dati che emergono dall’analisi semestrale realizzata da ANIASA, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, sugli utilizzatori dei servizi di noleggio long term che fornisce uno spaccato dei nuovi scenari del mercato dell’auto sempre più proiettato all’uso rispetto alla proprietà.

A fine giugno erano 1.278.535 i veicoli a noleggio in circolazione sulle nostre strade, il 5% in più rispetto a dicembre 2023. Quasi 1 milione di questi sono utilizzati da aziende (+6%), 113mila da pubbliche amministrazioni, 73mila da partite IVA individuali (artigiani e professionisti) e oltre 93mila da privati con solo codice fiscale.

Un trend, quello del noleggio a privati con solo codice fiscale (e quindi senza possibilità di scaricare i relativi costi) nel 2024, in continua ascesa anche nel nostro Paese, che dal mese di maggio può registrare un’ulteriore spinta grazie alla scelta del Governo di prevedere gli eco-incentivi (e in misura paritaria rispetto a proprietà e leasing) anche per il noleggio di vetture elettriche ed ibride.

Gli italiani sono sempre più interessati a questa formula per l’insita convenienza economica (15% di risparmio rispetto alla proprietà), oltre che per la certezza del costo mensile che annulla i rischi di spese extra connesse al veicolo, per il risparmio di tempo legato alla “burocrazia dell’auto” e alla vendita dell’usato (l’obsolescenza tecnica è oggi uno dei veri problemi della transizione ecologica).

Le alimentazioni preferite nel 2024

Guardando alle alimentazioni preferite da quanti prendono un veicolo a nolo per un lungo periodo, prosegue la discesa del diesel che nel giro di un anno ha perso ben 7 punti percentuali di quota (dal 55% all’attuale 48%), rimane stabile il benzina intorno al 12%, prosegue la crescita di ibride ed elettriche che complessivamente rappresentano il 37% della flotta.

Si fa presto a dire ibrido: la nostra guida

Sempre più di frequente i clienti chiedono di voler guidare un’auto ibrida. Da cosa dipende? I fattori sono diversi. Il primo è la consapevolezza del cambiamento climatico porta tutti noi ad essere più sensibili alle tematiche ambientali e ci spinge a fare qualcosa. La scelta di una vettura elettrificata è quindi una buona strada per fare un passo verso la riduzione delle emissioni. Il fatto è che quando poi noi professionisti chiediamo al cliente quale tipo di vettura ibrida voglia, o abbia in mente, ci rendiamo conto dalle risposte che ci vengono fornite che la confusione è grande: ci sono i falsi miti e spesso anche pubblicità televisive non proprio chiare e trasparenti. Tutti elementi che non aiutano. Il mondo dell'automotive è cambiato più in questi ultimi anni rispetto ai decenni scorse ma con le stesse “regole”, migliorando in modo sensibile qualcosa che già conoscevamo. Ora però gli scenari sono completamente diversi. Tornando al discorso iniziale e alle richieste dei clienti, la domanda che ci viene fatta più spesso è: qual è il migliore ibrido?La risposta è estremamente complessa, in quanto riteniamo che non vi sia un ibrido migliore in assoluto per tutti, ma che ognuno di noi in base alle proprie esigenze, caratteristiche di guida e anche condizioni logistiche, possa avere un ibrido ideale. Con estrema sintesi ed una certa approssimazione possiamo dire che vi sono 4 grandi famiglie di ibrido:

Quali sono i tipi di ibrido?

UNO. Iniziamo dalle Mild Hybrid ovvero le ibride leggere, in questo caso non ci accorgeremo quasi nemmeno di avere un’auto elettrificata in quanto non si sposta mai (salvo rarissimi casi) in modalità completamente elettrica. Avremo un motore elettrico che aiuta la nostra vettura nelle fasi più delicate, quelle cioè di riprese e accelerazione. Il sistema si ricarica mentre rallentiamo o freniamo, non necessita di nessun tipo di intervento da parte del guidatore e riduce sensibilmente i consumi rispetto alla medesima unità completamente termica. Anche perché molti dei sistemi di bordo vengono alimentati dalla parte ibrida e non direttamente dal motore. La batteria del sistema è poco più grande della normale batteria 12 volt di servizio, sono i cosiddetti sistemi a 48 volt.

DUE. Le Full Hybrid, ovvero vetture che nascono con un motore termico e uno o più motori elettrici. Anche in questo caso il conducente non deve fare praticamente nulla, la batteria, di dimensione medio piccola (rispetto ad una vettura completamente elettrica) si ricarica sempre nelle fasi di frenata e rilascio, ma anche grazie al motore termico, in questo caso la vettura è in grado di procedere anche con la sola modalità elettrica

TRE. Le vetture Plug In. Rispetto alle Full Hybrid il pacco batterie è molto più grande, si ricaricano come negli altri sistemi, ma data la dimensione della batteria è opportuno che la vettura venga ricaricata anche alla spina, questo ovviamente per ottimizzare le prestazione del sistema.

QUATTRO. Sono le cosiddette vetture col range extender ovvero auto che di fatto hanno il solo motore elettrico per la trazione, mentre il motore termico viene utilizzato esclusivamente per la ricarica della batteria stessa, ma che non è direttamente collegato agli organi di trasmissione.

Qual è quindi il miglior sistema in base alle varie esigenze ?

Tutti i sistemi offrono vantaggi rispetto alle auto tradizionali con il solo motore termico, dipende però dall’uso che facciamo della vettura e da cosa vogliamo ottenere, proviamo a fare esempi pratici. Se siamo un utente che fa grandi spostamenti, utilizza la vettura prevalentemente in autostrada a velocità medio alte (120/130 km/h) probabilmente siamo abituati a viaggiare su un’auto Diesel, ecco che se ci orientiamo su una Mild Hybrid sempre a gasolio, avremo un miglioramento delle prestazioni ed una sensibile riduzione dei consumi. Se invece il nostro uso è prevalentemente cittadino e per lo più extra urbano con una percorrenza complessiva non altissima, possiamo scegliere una vettura full hybrid. Il cliente delle auto full hybrid è colui che a casa o in ufficio ha la possibilità di ricaricare la propria auto, tendenzialmente è abitudinario e solo di rado fa spostamenti di lunga distanza. Con questo tipo di motorizzazione egli di fatto utilizza una vettura elettrica che però gli permette anche di fare spostamenti più lunghi senza nessuna ansia di ricarica. Infine le Range extender sono il passo più vicino alle elettriche, sono quei veicoli che ci permettono di approcciare al mondo dell’elettrico senza l’ansia di rimanere con la batteria a zero.

Siete pronti a scegliere la vostra auto ibrida? QUI

Noleggio a lungo termine, nel 1° semestre 363.542 contratti (+21,3%)

Il noleggio a lungo termine di autovetture e fuoristrada continua a crescere nel primo semestre 2023, e in misura maggiore nel canale delle Società rispetto agli utilizzatori Privati. I dati analizzati dall’UNRAE, in collaborazione con il MIT, indicano un totale di 363.542 contratti stipulati nei sei mesi, +21,3% rispetto al primo semestre 2022. Il canale degli utilizzatori Privati registra 48.491 contratti (13,3% di quota) in lieve crescita rispetto ai 45.866 del 2022 (+5,7%). Più consistente la crescita dei contratti stipulati dalle Società, ammontati a 315.051 (86,7% del totale) e aumentati del 24,1% rispetto ai 253.865 contratti del 2022.

L’analisi di UNRAE indica in dettaglio la distribuzione dei contratti fra la varie categorie di utilizzatori del noleggio a lungo termine, non confrontabile con le immatricolazioni dello stesso periodo (due slide apposite di confronto dei dati sono disponibili in fondo allo studio).

Fra i vari utilizzatori, la parte del leone continuano a farla le Aziende non automotive, che registrano 262.403 contratti (+24,3%) e incrementano la loro quota al 72,2% del totale. Al secondo posto i contratti dei soggetti Privati che, come detto, crescono del 5,7% ma riducono la quota di due punti al 13,3%. In forte aumento sono invece i contratti delle Società che fanno noleggio a breve termine (NBT), saliti a 26.943 unità (+59,3%) a quota 7,4% sul totale (+1,8 p.p.). Con 15.311 contratti registra un aumento (+30,1%) anche il canale Dealer e Costruttori con una quota del 4,2%. L’unica categoria in calo nel semestre è quella delle Società che fanno noleggio a lungo termine (NLT), con 10.394 contratti stipulati (-26,1%) e una quota ridotta dal 4,7% al 2,9%. La durata media dei contratti nel periodo è rimasta invariata a 23 mesi.

Noleggio e alimentazioni

Sul fronte delle alimentazioni, anche se in costante arretramento, si conferma la prevalenza del diesel, preferito dai Privati (35,4%), Dealer e Costruttori (33,9%), Società NLT (31,8%), ma soprattutto dalle Aziende non automotive (58,7%). Il NBT prevale su tutti nella scelta dei veicoli a benzina (39,6%), seguiti nello stesso canale dalle vetture diesel al 26,1%.

Continua la marcia delle ibride (HEV) che crescono in tutti i canali e raggiungono il 33% fra Dealer e Costruttori, il 24,3% fra i Privati, il 23,8% nel NLT, il 22,5% nel NBT e in ultimo il 19,4% fra le Aziende non automotive, che come visto sono più legate al diesel. Crescono anche le Plug-in (PHEV) in tutti i canali, ad eccezione dei Privati dove scendono dal 10,1% al 7,1%. In calo invece le elettriche pure (BEV), meno che nel NLT dove segnano un exploit dallo 0,3% del 1° semestre 2022 al 9,4% attuale.

Segmenti e Carrozzerie

Le preferenze fra i segmenti/carrozzerie sono differenziate a seconda del canale di utilizzatori: fra i Privati prevalgono i Suv del segmento C con una quota del 26,4%, lo stesso segmento prevale anche fra Dealer e Costruttori (29,1%) e Aziende non automotive (24,9%); i Suv del segmento B sono preferiti dal NBT (37,5%), mentre nel NLT prevalgono le piccole Berline del segmento A (31,3%). Nel complesso, i C-SUV sono in definitiva i modelli con la quota maggiore (24%), seguiti da B-Suv (16,8%) e dalle sempre presenti Station Wagon (13,4%) che godono il favore soprattutto fra le Aziende non automotive dove occupano il secondo posto (16,5%) dopo i C-SUV.

Il noleggio in Regioni e Province

Nella classifica regionale la Lombardia è sempre al primo posto nell’utilizzo del noleggio a lungo termine con il 32,4% dei contratti nei sei mesi. Secondo il Lazio con il 13,8%, a cui seguono Piemonte (8,9%), Trentino Alto Adige (8,6%), Emilia-Romagna (8,2%). Nel confronto con lo stesso periodo 2022, la Lombardia registra una crescita di quota dal 22,1% al 24%  nel noleggio a utilizzatori Privati, e un calo di mezzo punto nel canale delle Società (al 33,7%).

Fra le 20 province top, Napoli (25,8%), Varese (24,6%) e Bari (23,5%) sono quelle con i numeri più alti di contratti dei Privati. Milano è sempre la “capitale” dei contratti delle Aziende non automotive (89,8%), canale che comunque ha numeri molto elevati in quasi tutte le province, con l’eccezione di Bolzano e Trento che presentano le quote preponderanti nel canale NBT (rispettivamente 75,9% e 58,8%). La provincia di Trento occupa il primo posto anche nel canale NLT (27,3%), seguita da Torino (12,6%).

FONTE: Comunicato stampa UNRAE

Cambiare auto? Facile con il Noleggio a Lungo Termine

Cambiare auto, complice il rialzo dei prezzi dei veicoli, è diventato proibitivo? Tranquilli, c'è il Noleggio a Lungo Termine. Negli ultimi tre anni, infatti, complice la pandemia e le tensioni internazionali, i prezzi delle vetture sono cresciuti e per molti il sogno di cambiare auto è rimasto, appunto, un sogno. Anche perché viene richiesto un investimento iniziale cospicuo, che si può ammortizzare solo in parte rivendendo quella vecchia perché, si sa, anche quella col minor numero di chilometri all’attivo subisce inevitabilmente delle svalutazioni.

E poi c’è tutta la questione burocratica relativa alla rottamazione, al passaggio di proprietà, alla polizza e tutti i pagamenti e gli obblighi di legge a cui adempiere.

Sarà per tutte queste ragioni o per la necessità e desiderio di avere un parco vetture sempre e costantemente aggiornato, abbattendo costi e pratiche gestionali, che nell’ultimo periodo sta prendendo piede il Noleggio a lungo termine, che sta facendo registrare percentuali di crescita a due cifre, di anno in anno.

Ma quali effettivi vantaggi presenta il noleggio a lungo termine, rispetto all’acquisto di una vettura nuova?

Di fatto il noleggio a lungo termine è una formula contrattuale che si stipula con una società specializzata, per prendere in dotazione una vettura tarata esattamente sulle proprie esigenze, persino nuova di concessionaria, a fronte del versamento di una quota fissa mensile. Si definisce a lungo termine proprio perché il periodo minimo di solito si attesta sui 12 mesi, ma può arrivare anche a oltre 72 mesi.

Nella quota sono inclusi molti servizi, tanti dei quali anche personalizzabili.

Alcuni di questi includono la RC obbligatoria, alcune garanzie accessorie, come soccorso stradale o Kasko, il bollo auto, la revisione obbligatoria e la manutenzione straordinaria. In alcuni casi può includere anche cambio gomme e il mezzo sostitutivo, all’occorrenza.

Va da sé che, a fronte di una quota fissa, si viene completamente alleggeriti dalle pratiche di gestione burocratica del mezzo, con evidenti risparmi di tempo. Ma noleggiare a lungo termine una vettura nuova permette di risparmiare anche dal punto di vista economico, liberando risorse che possono essere reinvestite diversamente e beneficiando di importanti detrazioni fiscali, specie se il soggetto che noleggia è professionista o azienda.

Poter accedere a un parco vetture sempre nuove e performanti costituisce un plus non trascurabile, specie se si opta per società con una solida reputazione e un’ampia scelta di vetture, come Silvestrini Noleggio.

La nostra società di noleggio, riconosciuta come una delle più affidabili ed efficienti del settore, facilita notevolmente il processo di noleggio grazie all’efficienza del servizio di assistenza clienti, che supporta il contraente nella scelta del modello giusto, nell’ampia e varia scelta di veicoli disponibili.

Rivolgendosi ai nostri professionisti potrai optare per la vettura più adatta alle tue necessità, al proprio stile di guida e ai chilometri che di solito percorre. Tante società, infatti, offrono la possibilità di stipulare contratti anche in base ai chilometri percorsi durante l’anno.

Grazie a tutte queste possibilità di personalizzazione anche chi desidera cambiare spesso la propria auto, ma non vuole sostenere i costi di un acquisto da zero, può farlo a cuor leggero.

Noleggio a lungo termine anche per taxi e Ncc

Via libera al Noleggio a lungo termine per taxi e ncc. A partire da oggi, infatti, tassisti e noleggiatori con conducente potranno scegliere di noleggiare la vettura, anziché acquistarla, evitando così di immobilizzare capitali per la propria attività e accedendo a tutti i servizi inclusi nel noleggio.
    La notizia è stata resa nota Aniasa, l'associazione che rappresenta i servizi di mobilità in Confindustria, che ha sottolineato l'importanza della novità, arrivata grazie all'attesa circolare della Direzione Generale della Motorizzazione, a oltre due anni e mezzo dal DL Semplificazione che a luglio 2020 aveva, sulla carta, abolito il divieto di noleggio per queste categorie, in attesa di un provvedimento attuativo.

I BENEFICI DEL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE

 Per Aniasa i benefici economici per i settori interessati e per l'intera comunità in termini, riguarderanno una maggiore sicurezza dei veicoli e la riduzione delle emissioni. Oggi, sempre secondo i dati raccolti dall'associazione, quasi il 20% dei taxi in circolazione ha oltre 10 anni di anzianità, mentre i veicoli a noleggio hanno una vita media di 36-48 mesi e la gestione a noleggio del veicolo consente risparmi economici anche superiori al 20% rispetto all'acquisto del mezzo.
    Amplia è la potenziale platea di beneficiari della norma: in Italia si stima siano circa 60.000 i veicoli utilizzati come taxi o noleggio con conducente, che adesso potranno utilizzare anche il noleggio a lungo termine. La metà di questi è attiva nei grandi centri urbani.

OSSIGENO PER LA MOBILITÀ SMART

"È caduto finalmente - ha commentato il presidente Aniasa, Alberto Viano - un ostacolo all'innovazione e alla fruizione di forme di mobilità smart e sostenibili per un numero significativo di vetture che ogni giorno compiono centinaia di migliaia di chilometri sulle strade delle nostre città. Anche tassisti e Ncc potranno così sperimentare sul campo l'efficacia del noleggio a lungo termine, sia in termini gestionali che economici. Un'apertura che, sebbene tardiva, lascia ben sperare anche per altre categorie (ad esempio i veicoli con portata superiore a 60 quintali) cui il noleggio è ancora, anacronisticamente, precluso". 

FONTE: ANSA

Mercato auto in positivo grazie al Noleggio a lungo termine

Il segno positivo? Merito del Noleggio a Lungo Termine. Ad agosto in Italia sono state immatricolate 71.190 autovetture, il +9,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente; da inizio anno il calo sull’anno precedente è pari a -18,4%, ovvero 865.044 contro 1.060.373 unità del 2021 (-34,7% sul periodo ante pandemia di gennaio-agosto 2019). Lo ha comunicato Federauto sulla base delle risultanze dell’Archivio nazionale dei veicoli del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili.

Bene grazie al Noleggio

"Ad agosto il mercato auto ha registrato il primo segno positivo dopo 13 flessioni consecutive, attribuibile soprattutto al notevole contributo dell’inflottamento a noleggio a lungo termine di alcuni operatori ma, al netto di questa circostanza, il mercato resta in grande ritardo e le prospettive di una effettiva risalita sono molto incerte", ha dichiarato Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto.

"Tuttavia, il mese di agosto, nel pieno della campagna elettorale per le elezioni del nuovo Parlamento, ha offerto diverse novità in ambito automotive che abbiamo accolto con grande soddisfazione. Anzitutto, la proroga al 30 settembre per il completamento delle prenotazioni Ecobonus del secondo semestre 2021, rimaste fuori dal precedente allungamento del termine a 270 giorni previsto con l’art. 40 del DL Semplificazioni 73/2022. In questo modo, nonostante i persistenti ritardi nei tempi di produzione e consegna dei veicoli, nessun acquirente perderà il contributo statale accordato alla stipula del contratto".

"Inoltre", prosegue De Stefani, "il recente annuncio del MISE di una rimodulazione parziale degli incentivi auto 2022 attraverso l’introduzione dell’extrabonus per le persone con ISEE inferiore a 30 mila euro che acquistano un veicolo elettrico o plug-in, l’estensione dell’ecobonus per le flotte a noleggio e le agevolazioni all’installazione di colonnine per la ricarica in ambito domestico -, le cui disposizioni non sono ancora state pubblicate in Gazzetta Ufficiale e quindi attendiamo di conoscere la versione definitiva del provvedimento, rappresentano segnali di attenzione della politica che spingono nella direzione di una maggiore velocità di rinnovo del vetusto parco circolante italiano. Così evitando l’inutilizzo di una parte consistente dei fondi 2022. Auspichiamo che le norme e i successivi adempimenti ministeriali avvengano comunque in tempi brevissimi per non alterare il mercato dell’auto".

Bene il Noleggio a lungo termine

Dal punto di vista dei canali di vendita, i privati soffrono una flessione mensile del -8,4% (quota 57,6%) mentre a livello cumulato la contrazione è del -21,8%. In crescita nel mese le immatricolazioni a società (+31,2%), con una quota pari a 13,7%, allineata a quella di inizio anno; il noleggio segna una forte spinta del +65,3% (per effetto del lungo termine), con una penetrazione del 28,6%, rispetto al 26,8% dei primi otto mesi dell’anno.

Sul lato delle alimentazioni, ad agosto prosegue il rallentamento per elettriche (-29,5%) e plug-in (-20,6%) che ottengono rispettivamente il 3,2% e il 4,2% di share (3,6% e 5,7% nel cumulato), mentre le HEV raggiungono il 38,3% di quota (33% nel periodo gennaio-agosto). I motori alimentati a Benzina e diesel archiviano il mese rispettivamente a +18,5% e -6,9%, con il 26,9% e 18,1% di quota (penetrazione annua al 28% e 20%); Gpl sostanzialmente stabile con una lieve flessione del -0,7%, all’8,7% del totale (rappresentatività all’8,6% nei primi 8 mesi dell’anno), mentre un nuovo pesantissimo crollo (-74,4%) fa registrare il metano, allo 0,5% del mercato (1% nel cumulato).

Negli ultimi tre giorni di agosto è stato immatricolato il 47% del totale mercato, mentre le auto-immatricolazioni di case e concessionari (incluso l’uso noleggio), secondo le elaborazioni sui dati Dataforce, hanno rappresentato circa il 9,2% dei volumi di vendita mensili, in aumento del +27% sui volumi dello stesso mese dello scorso anno.

Qui il focus sul primo semestre 2022

Ibrido o elettrico? Cosa scegliere per la mobilità del futuro

Obiettivo sostenibilità

L'Unione Europea è proiettata a creare un’economia moderna e climaticamente neutra e per far questo è sempre più focalizzata sulla promozione di modalità di trasporto più sostenibili ed efficienti. Si punta sull’impiego di tecnologie, carburanti e infrastrutture green. Per raggiungere questo obiettivo sono state anche introdotte normative che penalizzano i mezzi inquinanti, arrivando nel documento “Fit for 55” a proporre di azzerare le emissioni prodotte dalle automobili nuove entro il 2035.

Transizione green e situazione internazionale

Il processo di transizione energetica, nel mondo automotive, rischia però di rallentare, anche a causa di dinamiche internazionali che potrebbero in generale penalizzare il comparto. Una volta terminato il periodo più duro della pandemia, la ripartenza dell’economia globale e la notevole domanda energetica hanno infatti causato un deciso aumento dei prezzi di carburanti e materie prime. Costi record che, per quanto riguarda ad esempio energia elettrica e gas, stanno subendo un’ulteriore impennata a causa del conflitto in Ucraina. E salgono anche i prezzi di materiali come il nichel, componente fondamentale per le batterie delle auto elettriche.

Una congiuntura non favorevole che si unisce al cosiddetto “chip shortage”, cioè la carenza di componenti elettroniche che rischia di diventare un ostacolo rilevante in molti processi produttivi. Problematiche da risolvere quindi, per proseguire in un trend che vede in espansione i mezzi ad alimentazione alternativa e più sostenibile. Secondo ad esempio i dati dell’Acea, l'Associazione dei produttori europei di automobili, nel 2021 i veicoli elettrici ibridi hanno rappresentato quasi un’immatricolazione su cinque di nuove auto nell’Unione Europea, attestandosi al 19,6%, in deciso aumento rispetto all’11,9% del 2020.

Cos’è un’auto con motore ibrido?

Una vettura con motore ibrido affianca al motore tradizionale, diesel o benzina, un altro elettrico collegato a batterie dedicate che funziona da solo o insieme all’altro propulsore. A seconda delle diverse combinazioni, le auto ibride possono viaggiare esclusivamente con la trazione elettrica o meno. I principali sistemi attualmente disponibili sono il mild hybrid, il full hybrid e il plug-in hybrid.

Le auto mild hybrid hanno una batteria di piccole dimensioni e un motore elettrico di potenza limitata. Quest’ultimo, mai indipendente, va in funzione solo in alcune fasi, come le ripartenze e la marcia a velocità molto bassa. In contesto urbano possono offrire una riduzione dei consumi rispetto ai corrispondenti modelli benzina e diesel.

Le auto full hybrid combinano il motore termico a quello elettrico, che ha una sua autonomia per pochi chilometri e a bassa velocità. La ricarica della batteria avviene esclusivamente durante la marcia attraverso l’energia prodotta dal motore termico in alcune fasi dello spostamento. Sono consigliate soprattutto in città e la loro tecnologia ha un livello di affidabilità garantito una storia ormai abbastanza lunga di presenza sul mercato.

Le auto ibride plug-in rappresentano infine una via di mezzo tra un’auto tradizionale e una elettrica. E possono viaggiare in quest’ultima modalità per circa 50-100 chilometri, a seconda del modello e della capacità della batteria utilizzata. Si ricaricano con un cavo da attaccare alla presa domestica o alle colonnine pubbliche.

Green è conveniente?

A incoraggiare l’acquisto di questo tipo di vetture con motore elettrico o ibrido nel corso del 2022, e fino al 2024, tornano anche gli incentivi del Governo. Gli automobilisti potranno infatti chiedere di avviare la pratica per il contributo statale e riceveranno uno “sconto” che, in base alla tipologia di vettura comprata, può giungere fino a 3mila euro per le elettriche e fino a 2mila per ibride plug-in. A ciò si aggiunge, per entrambe le tipologie, un eventuale contributo di rottamazione di 2mila euro (demolendo una macchina di classe inferiore a Euro 5). Per le mild e full hybrid è previsto invece solo un contributo di 2mila euro in caso di rottamazione di altra vettura.

E per risparmiare ed essere sempre protetti negli spostamenti c’è un’altra scelta da fare: affidarsi a una polizza auto che consenta di pagare in base a quanto si guida. Come nel caso delle nostre polizze legate a Unibox, l’innovativa scatola nera, con anche un’assistenza hi-tech al proprio fianco 24 ore su 24.

Vuoi saperne di più? Contattaci!

Parlamento Ue: stop auto benzina e diesel da 2035

Il Parlamento Ue ha approvato la proposta della Commissione europea di rendere obbligatoria entro il 2035 l'immissione sul mercato europeo di auto nuove a zero emissioni e il divieto quindi della vendita dei motori a combustione interna. Si tratta di una notizia storica che ha comunque generato molte reazioni critiche.

Il testo legislativo è stato approvato con 339 voti favorevoli, 249 contrari e 24 astensioni. Nel testo approvato nella giornata dell'8 giugno, i deputati sostengono la proposta della Commissione di raggiungere una mobilità stradale a emissioni zero entro il 2035. Questo con l’obiettivo, a livello europeo, di produrre autovetture nuove e i veicoli commerciali leggeri nuovi a zero emissioni. Gli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 sarebbero fissati, secondo la posizione del PE, al 55% per le automobili e al 50% per i furgoni. I deputati sono ora pronti ad avviare i negoziati con i governi Ue. È stato bocciato, invece, l’emendamento che proponeva di abbassare il target sulla riduzione della CO2 dal 100% al 90%, lasciando in vita una quota di motori a combustione.

"Si tratta di una revisione ambiziosa degli standard di CO2 (QUI un articolo con i dati sulle emissioni delle auto) - commenta il relatore della proposta Jan Huitema (Renew) -. Un elemento cruciale per raggiungere i nostri obiettivi climatici. Con questi standard, creiamo chiarezza per l'industria automobilistica e stimoliamo l'innovazione e gli investimenti per le case automobilistiche. Inoltre, l'acquisto e la guida di auto a emissioni zero diventeranno più economici per i consumatori. Sono entusiasta che il Parlamento Ue abbia appoggiato una revisione ambiziosa degli obiettivi per il 2030 e abbia sostenuto un obiettivo del 100% per il 2035, fondamentale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050".

Il 14 luglio 2021, nell'ambito del pacchetto 'Fit for 55'(maggiori info QUI), la Commissione ha presentato una proposta legislativa per la revisione dei livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli commerciali leggeri nuovi. La proposta intende contribuire agli obiettivi climatici UE per il 2030 e il 2050. Nonché a fornire benefici ai cittadini attraverso una più ampia diffusione dei veicoli a emissioni zero (migliore qualità dell'aria, risparmi energetici e minori costi per il possesso di un veicolo) e a stimolare l'innovazione nell’ambito delle tecnologie a emissioni zero. Vuoi saperne di più sul noleggio dei veicoli elettrici? Leggi QUI.

I costruttori intervengono sulla scelta del Parlamento UE

L'Acea, l'associazione europea dei produttori di automobili esprime preoccupazione per il voto del Parlamento Ue perché "la trasformazione del settore dipende da molti fattori esterni che non sono completamente nelle sue mani" e "data la volatilità e l'incertezza che stiamo vivendo giorno per giorno a livello globale, qualsiasi regolamentazione a lungo termine che vada oltre questo decennio è prematura in questa fase iniziale. Al contrario, è necessaria una revisione trasparente a metà strada per definire gli obiettivi post-2030". L'associazione esorta quindi gli eurodeputati e i ministri dell'Ue a "considerare tutte le incertezze che il settore deve affrontare, mentre si prepara a una massiccia trasformazione industriale".

Accoglie comunque con favore il fatto che il Parlamento abbia mantenuto la proposta della Commissione europea per gli obiettivi 2025 e 2030. "Questi obiettivi sono già estremamente impegnativi e raggiungibili solo con un massiccio aumento delle infrastrutture di ricarica e rifornimento, avverte l'associazione", si legge in una nota dell'associazione.

"L'industria automobilistica contribuirà pienamente all'obiettivo di un'Europa a emissioni zero nel 2050. La nostra industria è nel mezzo di un'ampia spinta per i veicoli elettrici, con nuovi modelli in arrivo costantemente. Questi stanno soddisfacendo le richieste dei clienti e stanno guidando la transizione verso la mobilità sostenibile", spiega Oliver Zipse, presidente di Acea e Ceo di Bmw.