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Car Policy

I principi guida che regolano politiche  e procedure per l'uso dei veicoli aziendali

Attraverso la definizione dei veicoli la Car Policy aziendale esercita una massiccia influenza sui costi, ecologia e sicurezza del parco auto
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La Car Policy è un documento dove sono stabiliti i principi guida che definiscono delle politiche e delle procedure relative all’uso dei veicoli aziendali.

Una Car Policy definisce i principi base della soluzione di mobilità e influisce quindi in maniera decisiva sui costi. La Car Policy deve garantire una mobilità ottimale ed economicamente efficiente all’interno dell’impresa senza tralasciare gli obiettivi aziendali prefissati.

Per rendere la tua Car Policy efficace è necessario includere opportunamente una serie di aspetti.

Ogni Car Policy dovrebbe avere una sezione chiara e completa che definisce le regole di utilizzo del veicolo aziendale. Quindi deve includere le seguenti informazioni:

  • Chi guida i veicoli?
  • Per quale scopo vengono utilizzati? Per esempio, vanno assegnate ai dipendenti come Fringe Benefit o avranno un ruolo esclusivamente di strumento lavorativo.
  • Se esiste un limite al chilometraggio mensile.
  • Chi è responsabile dei costi del carburante, se può essere richiesto il rimborso o fa parte del Fringe Benefit.
  • La responsabilità per la manutenzione ordinaria del veicolo: chi deve assicurarsi che venga revisionato in tempo?
  • Una chiara procedura di gestione dei sinistri. Occorre una guida passo dopo passo su cosa fare e chi contattare in caso di incidente. Inoltre, bisogna definire chi è responsabile per le multe.

Attraverso la definizione dei veicoli la Car Policy aziendale esercita una massiccia influenza sui costi, ecologia e sicurezza del parco auto. A questo proposito occorre quindi soffermarsi in particolare sugli aspetti di motorizzazione, pneumatici ed equipaggiamento. Va altresì chiarito se per predeterminate categorie vengono impiegati veicoli di categoria omogenea o se con veicoli di riferimento predefiniti viene lasciata ai collaboratori una certa libertà di scelta.


Un altro aspetto da tenere in considerazione è che i veicoli aziendali circolanti quotidianamente rappresentano una preziosa piattaforma pubblicitaria e devono pertanto rispecchiare l’immagine aziendale che si desidera trasmettere.

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Evoluzione delle motorizzazioni

L’ibrido viene considerato polivalente. In futuro, assumerà un ruolo sempre più dominante

Attraverso la definizione dei veicoli la Car Policy aziendale esercita una massiccia influenza sui costi, ecologia e sicurezza del parco auto.
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La via dell’e-mobility (almeno per ora) è una direzione a senso unico, tracciata dagli orientamenti dell’Unione Europea e dalla necessità da parte delle Case automobilistiche di abbassare le emissioni medie delle proprie gamme.

Attualmente, facendo un’analisi sul totale dei  mezzi delle flotte aziendali,  la distribuzione delle motorizzazioni è ancora fortemente a favore del diesel (72%), ma si sta notando l’ascesa dell’ibrido plug-in, che si avvicina al mild hybrid, mentre il full hybrid  è una realtà solida, spinta dalle strategie di alcuni brand che puntano da tempo su quest’alimentazione.

Le gerarchie, occorre sottolinearlo, non sono cambiate: il diesel mantiene la sua leadership (numerose aziende, date le lunghe percorrenze dei driver, la considerano tuttora l’opzione migliore e più efficiente), perdendo leggermente quota a beneficio soprattutto del mild e del plug-in hybrid, mentre i veicoli a benzina si attestano appena al di sotto degli ibridi, confermandosi la soluzione più adottata sui segmenti più bassi. Chiudono la graduatoria metano e GPL che rimangono gettonati solo in qualche realtà, mentre nelle altre contano al massimo poche unità.

Guardando soltanto i veicoli commerciali, la transizione è più indietro, anche complice un’offerta ancora in via di sviluppo: gli LCV elettrici, comunque, sono in crescita, mentre quelli ibridi (36 in tutto) si confermano una nicchia.

Facendo un’intervista a campione alle azienda con un parco auto medio/alto si può notare quale sia la tipologia di  ibridi inseriti nei parchi: dietro al mild hybrid, che prevale per la ricchezza dell’offerta disponibile e per le sue caratteristiche simili a quelle dei motori termici, cresce il plug-in, che conferma la sua vocazione aziendale, vista la caratura elevata dei modelli e la possibilità di ricaricare la batteria in sede durante l’orario d’ufficio.

Nessun dubbio sull’uso di questi veicoli: gran parte dei Fleet Manager (56) assegna gli Hybrid soltanto ad uso promiscuo, mentre 23 aziende li hanno inseriti anche nella flotta operativa e nel parco “in staff” (ovvero in pool o in sharing).

Segno che, ormai, l’ibrido viene considerato polivalente e che in futuro, di pari passo con gli orientamenti dei Costruttori, assumerà un ruolo sempre più dominante. Il 15% delle aziende del campione, non a caso, inserirà anche nei prossimi 12 mesi oltre 60 veicoli ibridi, il 10% tra 30 e 60 il 41% un numero compreso tra 1 e 20.

Per quanto riguarda le auto elettriche, invece, lo sviluppo del 2021 è stato meno marcato: solo il 38% degli intervistati ha inflottato EV negli ultimi 12 mesi ma, in compenso, un buon 53% li sceglierà nell’arco del prossimo anno. Le aziende che hanno puntato sull’elettrico lo hanno fatto con convinzione: parliamo infatti di 1.794 veicoli, tra auto e LCV, adottati da un anno a questa parte. E la previsione futura a breve termine parla di quasi 3.600 EV totali, tra auto e veicoli commerciali.

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Emissioni

Per i contratti stipulati a partire dal 1° luglio 2020, per i veicoli di nuova immatricolazione con alte emissioni inquinanti era previsto l’innalzamento delle aliquote di calcolo.

A partire dal 1 gennaio 2021 il livello di tassazione (calcolato in base alle tabelle che l’ACI rilascia annualmente e pubblicate in Gazzetta Ufficiale il 22 dicembre 2020) è ancora più elevato rispetto a quello dei sei mesi precedenti.  Come previsto dalla Legge di Bilancio 2020, la tassa sulle auto aziendali a carico del dipendente è articolata in quattro fasce:

  • 25% per le auto con emissioni inferiori ai 60 grammi di CO2 per chilometro percorso;   
  • 30% per le auto con emissioni comprese tra 60 grammi e 159 grammi di CO2 per chilometro percorso;
  • 50% per le auto con emissioni comprese tra 160 grammi e 189 grammi di CO2 per chilometro percorso;
  • 60% per le auto con emissioni superiori ai 190 grammi di CO2 per chilometro percorso

Cambio Normativa NEDC/WLTP

Come previsto dal Regolamento Ue 2017/1153, dal 1 gennaio 2021 entra in vigore definitivamente il WLTP (Worldwide Harmonised Light Vehicles Test Procedure) che prevede test di laboratorio più accurati rispetto al passato, per valutare con esattezza le emissioni di ossidi di azoto e i dati di consumo del carburante. Il WLTP prende il posto del "NEDC correlato", determinando di fatto un innalzamento dei valori delle emissioni per tutti i veicoli.
Parametri dei test NEDC:
  • La temperatura nella camera di test misura da 20° a 30°
  • La lunghezza del tragitto misura 11 km
  • Il ciclo dura 20 minuti Il ciclo si compone di due fasi:  per 13 minuti viene simulato il ciclo urbano, per 7 minuti il ciclo extraurbano
  • La velocità media è circa 33 km/h
  • La percentuale dei tempi di fermo è pari al 25%
  • La velocità massima è 120 km/h
  • I punti di innesto per modelli con cambio manuale sono prescritti in modo preciso
  • Equipaggiamenti a richiesta e climatizzazione non vengono presi in considerazione 
Parametri dei test WLTP:
  • La temperatura nella camera di test misura 23 °C
  • La lunghezza del tragitto misura 23 km
  • Il ciclo dura 30 minuti
  • Si compone di quattro fasi (low, medium, high, extra-high)
  • La velocità media è di circa 47 km/h
  • La percentuale dei tempi di fermo è pari al 13%
  • La velocità massima è superiore a 130 km/hI punti di innesto vengono precedentemente calcolati in modo specifico per ciascun veicolo
  • Sono compresi nella valutazione anche peso del veicolo ed equipaggiamenti aggiuntivi.
  • La misurazione viene eseguita per tutte le combinazioni di motori e cambi possibili
  • Panoramica dell'RDE 
WLTP e NEDC: medie a confronto
Alimentazione
Media CO2 NEDC g/km
Media CO2 WLTP g/km
Variazione media  CO2 g/km
Benzina
143,6
162
18,4
Full Hybrid Benzina
103,7
127,2
23,5
Mild Hybrid Benzina
150,3
171,1
20,8
Plug-in Hybrid Benzina
43,5
40,6
-2,9
Diesel
124,7
146,1
21,4
Mild Hybrid Diesel
142
163,5
21,5
Plug-in Hybrid Diesel
39,6
34,5
-5,1
GPL
126,3
142,8
16,5
Metano
95,7
108,6
12,9
Totale Mercato
129,8
148,3
18,5

Fringe benefit

Per fringe benefit si intende una voce addizionale alla retribuzione del dipendente, corrisposta dall’azienda sotto forma di bene o di servizio: un benefit che figura ogni mese in busta paga, perché rientra nella cosiddetta categoria dei compensi in natura.

Esempi di fringe benefit sono: il telefono aziendale, il computer aziendale, i buoni pasto e l’auto aziendale a uso promiscuo, ovvero impiegata non solo per ragioni esclusivamente lavorative ma anche per uso personale. L’auto aziendale rappresenta uno dei benefit più apprezzati dal dipendente il quale ha a disposizione un’automobile – utilizzabile sia durante gli orari lavorativi sia nel tempo libero – senza doverne sostenere né i costi di acquisizione, né quelli di gestione.

Tuttavia, essendo il fringe benefit una voce addizionale alla retribuzione, questo comporta una tassazione che può essere più o meno onerosa per il driver aziendale. Per calcolare il reddito imponibile che deriva dall’uso dell’auto ci si basa sulle tabelle chilometriche dell’Aci: fino allo scorso anno, la percentuale di tassazione era del 30% per tutte le vetture. Da luglio 2020, la normativa è notevolmente cambiata. 

Rent to rent

Letteralmente Rent to Rent significa “noleggio al noleggio”: ovvero si tratta della formula tramite cui le aziende di noleggio a breve termine acquisiscono le vetture a noleggio dai colleghi del noleggio a lungo termine, piuttosto che acquistarle direttamente.

Inizialmente, la pratica si è diffusa per rispondere alle esigenze stagionali dei grandi operatori del Rac, specie d’estate, ma poi la domanda è diventata sempre più significativa, coinvolgendo anche player più piccoli che vogliono avere a disposizione le auto per ogni tipologia di noleggio e di necessità.

Il Rent to Rent, infatti, viene utilizzato non solo per acquisire i veicoli da noleggiare, ma anche per contenere i costi operativi, tenendo “in casa” un flottino per avere maggiore disponibilità di auto nuove (aspetto cruciale, specie in questo periodo) e “contenere” le auto sostitutive in caso di necessità di manutenzione. Con questi obiettivi, il Rent to Rent riguarda anche il mondo dei veicoli commerciali.

Quali sono i principali vantaggi portati da questa formula?

Si possono riassumere in tre punti:

  • maggiore flessibilità nell’offerta,
  • contenimento degli investimenti, considerati i vantaggi del noleggio a lungo termine,
  • maggiore disponibilità di prodotto per gestire i picchi di offerta,
  • possibilità di inserire in flotta veicoli elettrici e ibridi senza grandi esborsi.

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